Polvere e Pixel: la mia vecchia console anni ’80 risorge dalla soffitta

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Tra polvere e vecchi ricordi, una scoperta inattesa mi ha riportato indietro nel tempo: mentre rovistavo nella soffitta di famiglia, su uno scaffale dimenticato, è apparsa una console di gioco anni ’80, ancora intatta nella sua confezione originale. Il logo sbiadito e il design vintage hanno rivelato subito la mia vecchia console Tectronic TVG 868.

Avvolta in uno strato di polvere, la scatola sembrava aver attraversato decenni di oblio, ma i colori nostalgici delle illustrazioni riportavano alla mente un periodo in cui le grafiche erano essenziali e il gameplay regnava sovrano. All’interno, oltre ai controller retrò e ai cavi di connessione per il televisore, un paio di “cartucce” per alcuni giochi di sport ed un gioco di macchine che offrivano un tuffo nella semplicità delle prime avventure videoludiche domestiche.

Il ritrovamento è stato un viaggio nel tempo, risvegliando in me ricordi d’infanzia in un’era in cui i pixel iniziavano a conquistare le case, credo di aver avuto circa 4 o 5 anni quando questa console mi fu regalata da mio zio alla fine degli anni 70.

Così l’ho collegato ad una TV Samsung che ancora ne garantisce la connessione RF ed ho cominciato a reimmergermi nel gioco: giocare a quei giochi primordiali dopo 40 anni mi ha riacceso una scintilla di pura meraviglia infantile. Il suono elettronico rudimentale e i pixel grossolani sullo schermo riportano immediatamente a un’epoca in cui la semplicità era tutto, e bastava una pallina che rimbalzava per scatenare l’entusiasmo. Vero che ora siamo abituati ai controller ed alle grafiche della Playstation 5, ma qua le emozioni riaffiorano come flash di ricordi, risvegliando la magia del primo contatto con i videogiochi

Dal punto di vista tecnico si tratta della Tectronic TVG 868 che è una console per videogiochi dedicata, prodotta negli anni ’70, durante l’epoca delle prime console domestiche. Cercando in rete ho visto che veniva distribuita anche con lo stesso chassis con marchio IRRADIO ed entrambe facevano parte della generazione delle console Pong, ispirate al famoso videogioco di tennis virtuale rilasciato da Atari nel 1972. La TVG 868 era una delle tante console che sfruttavano circuiti integrati per ricreare varianti del gioco Pong e altre attività sportive simili, come il calcio e il tiro al bersaglio.

La console aveva un design semplice e compatto, di colore nero o grigio, con una disposizione minimale dei controlli, con dei trigger che permettevano di silenziare il sonoro e di abilitare/disabilitare il numero dei giocatori, i controller erano in dotazione con la console e usavano delle manopole rotative (potenziometri) per muovere i paddles sullo schermo e dei pulsantini che ricordo erano davvero “duri” ovvero difficili da premere e per un bambino di quell’età.
La TVG 868 offriva vari giochi, con varianti di Pong, come il tennis, il calcio, e giochi di tiro al bersaglio e si collegava al televisore tramite un cavo RF, permettendo di giocare direttamente sullo schermo del televisore domestico.

Da quanto appurato in rete l’hardware prevedeva un singolo chip dedicato, spesso prodotto da aziende come General Instruments o AY-3-8500, che integrava tutte le funzionalità necessarie per gestire i giochi. Questo tipo di chip era comune tra le console di quel periodo, permettendo ai produttori di creare versioni personalizzate con funzionalità diverse.

La TVG 868 rientra in un’epoca di sperimentazione nel settore delle console domestiche, dove molti produttori, grandi e piccoli, tentarono di entrare nel mercato con le proprie varianti di console Pong. Sebbene non avesse l’impatto di console ben più blasonate e potenti come ad esempio l’Atari 2600, rappresenta comunque un piccolo pezzo di storia dell’evoluzione dei videogiochi domestici.

Per me ha rappresentato il primo dispositivo di gioco con degli strumenti di input con cui interagire nei giochi elettronici, seppure nella loro semplicità, aprendomi la strada al primo Home computer MSX, che sarebbe entrato in casa mia alcuni anni più tardi.

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