Era il 1985 quando misi, all’età di 11 anni, per la prima volta le mani su quello che è stato il mio primo computer un TOSHIBA MSX HX 20. L’ acronimo che significava “Machines with Software eXchangeability” poneva questo “Home Computer” dell’epoca come la risposta di un consorzio, prevalentemente giapponese, ai personal computer che si stavano diffondendo nei primi anni 80 quali per esempio Commodore 64, ZX Specturm , Atari 400/800 e Apple II.
L’idea di creare un sistema MSX Computer con uno standard con una vasta compatibilità , anziché legata ad un sistema proprietario era buona, ma il sistema non ebbe lo stesso successo in tutti i paesi. La macchina era mossa da un processore Zilog Z80A, un processore a 8 bit lanciato nel 1976 con una frequenza di lavoro originariamente a circa 3MHz, con una dotazione di 64kb di Ram e 32Kb di Rom.
Se vogliamo fare delle proporzioni ed analizzare la mera scheda tecnica, paragonato ad un sistema Intel i5 medio di mercato del 2024, abbiamo una CPU circa 1.400 volte più lenta con una velocità di elaborazione di circa 170.000 volte inferiore con una memoria RAM 250.000 volte più bassa ed una capacita di archiviazione di 1,5 Milioni inferiore(ipotizzando un SSD512Gb): ciononostante, ai tempi, era qualcosa di avveniristico e stimolante.
Così nel 2019,ho deciso di ricomprarne un esemplare in ottimo stato e perfettamente funzionante, che è quello delle foto di questo articolo, per riassaporare le esperienze e le sensazioni di 40 anni fa.
Il sistema si avviava con una doppia scelta: Basic o Word Processing; il Basic era fornito e creato da Microsoft e permetteva di caricare con dei comandi in riga di comando le cassette di giochi (MSX Games) o programmi (ricordo ancora il comando “RUN CASS:” per caricare le cassette) o digitare dei listati per fargli fare delle operazioni basilari. Le cassette (come delle normali cassette audio) si comperavano nei negozi di elettrodomestici più forniti o in edicola la domenica mattina. Contenevano delle compilation di giochi che andavano caricati con un lento scorrere del nastro, attraverso un registratore di audio cassette e si poteva andare da un gioco all’altro attraverso un “contanastro” analogico sul registratore che ti indicava la posizione di “partenza” del gioco successivo. Tempi lunghissimi di caricamento per un gioco caricato in RAM ,senza alcuna possibilità di salvataggio che al primo sbalzo di energia elettrica, ti obbligava a ricominciare tutto da capo. Il word processing permetteva scrittura base e la stampa di testi ed alcune basilari operazioni di comunicazione, caricamento e salvataggio.
La parte relativa ai listati, invece, permetteva di eseguire semplici operazioni grafiche o piccoli programmi per effettuare operazioni basilari : ricordo i pomeriggi spesi a digitare righe su righe 10…20…30…per vedere cose incredibilmente ridicole. Nulla di concretamente utile ma erano i primi “smanettamenti”, il primo sporcarsi le mani di informatica, che mi avrebbe accompagnato per gli anni successivi ed agevolato negli approcci degli anni successivi con il sistema Microsoft DOS 5.0 ed il primo PC 386 SX25Mhz.
L’unità disponeva inoltre di DUE slot per le CARTUCCE, merce rarissima e molto costosa però con software accessibili in maniera rapida perché, a differenza delle cassette a nastro, di IMMEDIATA esecuzione.
Per chi volesse assaporare sensazioni dell’epoca, ecco questo emulatore (MSX emulator), dove si può vedere l’interfaccia/ prompt di MSX Basic ed alcuni giochi dell’epoca, che venivano convertiti anche dai COIN-OP presenti nelle sale giochi (Arkanoid, Galaga, Bubble Bobble e Double Dragon, solo per citarne alcuni), è sufficiente cliccare sull’immagine qua sotto:
E’ inoltre possibile scaricare un emulatore MSX per Android qua sotto :
Questo Toshiba mi ha accompagnato per un paio di anni, fino all’upgrade con un PHILIPS MSX2 VG-8235 , molto più performante e soprattutto che mi introduceva ai primi Floppy Disk da 3,5″! Guardando indietro, è stato più di un semplice pezzo di hardware, era un catalizzatore per il mio interesse duraturo per la tecnologia : mi ha insegnato pazienza, creatività e la gioia della scoperta. In un mondo in cui la tecnologia evolve a un ritmo vertiginoso, il mio MSX rimane un ricordo di tempi più semplici, quando ogni nuovo programma o gioco era una porta verso infinite possibilità.